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1 Novembre  2013  Roma La corsa dei Santi

La piazza fremeva, la gara pronta a partire, la mano dello starter sul grilletto, la musica sempre più alta a riempire l’aria. Tutto era pronto. Eppure l’organizzatore guardava oltre. I suoi occhi scrutavano tra la folla, tra i partenti. Avanti ed indietro, agitato, lungo le transenne fino ad arrampicarsi sulla struttura delle riprese. Ed infine lo vide. Di corsa saltò giù, si fece largo tra la folla e lo raggiunse rallentando quando si avvicinò a lui. Si fermò, si abbassò e lo chiamò per nome. L’uomo si meravigliò che conoscesse il suo nome. Rannicchiato com’era fece fatica ad alzare lo sguardo. “Ma… anche io? Non credo che… son lento e poi…

L’organizzatore sorrise. “Rispondi, ho forse chiesto i tuoi tempi nell’iscrizione? Ho forse preteso imprese, vittorie, allori?” “No, credo di no…” balbettò l’uomo. “E allora perchè te ne stai così rannicchiato? Non ti ho invitato per startene lì. Guarda la piazza, è talmente grande e c’è ancora così tanto posto. Ci sarà sempre posto nella mia gara perchè così io ho voluto. La mia corsa è per tutti. E non mi importa se non hai tempi da decantare, non mi importa se arriverai in ritardo, se sbaglierai strada, se ti capiterà di fermarti, di cadere, di arretrare, se a volte sarai tentato di abbandonare tutto. Io ti ho dato questo pettorale. Io ti ho dato queste quattro spille. Io ti ho invitato a correre alla mia gara sapendo già chi sei. Io ho solo desiderato che anche tu ci fossi. E l’ho desiderato ardentemente.” L’uomo non sembrava convinto e si scrocchiava le dita indeciso. “Su, alzati un attimo e guarda i partecipanti. Che vedi?” “A… atleti…“. L’organizzatore gli indicò con la mano la folla. “Io vedo amici, si, i miei amici. Ognuno diverso, ognuno unico. Ognuno con quello che è, ognuno con quello che ha, ognuno con quello che sa fare ed io li conosco uno ad uno. Ma ognuno è là, in piedi nonostante tutto. E alcuni di loro si ritireranno… lo so… Ma io sarò comunque lì su quel palco e vi guarderò partire e vi inciterò e vi aspetterò arrivare, fremendo si, e se non ce la farete scenderò e vi verrò in contro. Tutto farò per vedervi con me al traguardo. Tutto tranne obbligarvi perchè liberi vi ho lasciato lungo la strada. E al termine della corsa per me sarete tutti vincitori. Tutti trionfatori. Per Me sarete tutti Santi.

Venerdì 1 novembre 2013 – RomaFesta di Tutti Santi 2013- LA CORSA DEI SANTI pronta a partire. Mi trovo in prima fila. Pochi secondi e lo sparo. Via della Conciliazione si apre completamente libera davanti ai miei occhi e fa tremare le gambe da quanto ci si sente piccoli. Alle spalle 4000 atleti e la cupola possente sopra Piazza San Pietro ad abbracciare tutti con la sua ombra. Sono qua invitato come “corridore giornalista” da MELINDA sponsor ufficiale della manifestazione. Con me invitato anche l’amico Mirko Mottin di Action Magazine. Sono qua perchè la corsa dei Santi è principalmente solidarietà e quest’anno, alla sua 6° edizione, sosterrà la Fondazione Don Bosco nel Mondo con il progetto UN AIUTO AI CONFINI DEL MONDO. L’obiettivo che i missionari salesiani del posto si prefiggono è quello di creare una nuova struttura sanitaria in una parte delle Isole Salomone, e precisamente nelle isole più sperdute dell’Arcipelago, le Shortlands. E sono qua per correre e provare a correre forte.

E lo sparo da l’inizio alla corsa riversandoci nella strada come un’onda in piena che avanza senza freni lungo Via della Conciliazione scavalcando le acque del Tevere sopra Ponte Vittorio Emanuele per poi continuare nel corso a lui dedicato. I 3 keniani Kipkirui, Erastus e Sugut sono già davanti tallonati dal nostro Buttazzo e dai due atleti dell’aeronautica Montorio e Massimi. Io seguo, già solo, intorno alla 17°-18° posizione a dieci metri dal gruppetto delle prime due donne Chebet e Jepgurgat che si daranno battaglia per gran parte del percorso. Percorso che non è per nulla piatto e veloce come immaginavo ma ricco di saliscendi perchè Roma sorge sui suoi colli e cammina sui suoi sampietrini che han visto la storia. E ora osservano la nostra, ne contano i passi, ne raccolgono il sudore, ne nascondono speranze, segreti e sogni. Passi, storie su passi e storie.

Il correre veloce non mi impedisce d’intruffolarmi con lo sguardo nell’antica Roma con il Circo Massimo, il Colosseo, i Fori, il Vittoriano e di sbirciare la tanta gente che si ferma al bordo della strada incitandoci. Qualcuno mi chiama per nome, forse amici in vacanza nella capitale, gridandomi di non sbagliare percorso vista la mia fama. Km che passano, salite, discese e poi di nuovo verso il Vaticano. Qui raggiungo e supero la keniana Jepgurgat in difficoltà che alla fine terminerà 3° donna. Passo ai 10 km in 33’35″-33’40″. Ancora 500-600m per terminare la mia gara

E poi l’arrivo sotto il doppio striscione Melinda dove il cuore può rallentare per un poco il suo battere. Ma per poco perchè la Corsa non è mai finita e l’Organizzatore è sempre attivo nel darti nuovi pettorali e nuove spille sperando sempre di vederteli indossati e poterti osservare in piedi là dove c’è una partenza ed una piazza da riempire.

Ringrazio Melinda, Pietro Pierangeli e Roberta per aver organizzato la trasferta e per avermi fatto vivere questa bella esperienza romana.

CLASSIFICA (10,5 km)

UOMINI: 1° Daniel Ngeno Kipkirui (Running Club Futura) 30’35″, 2° Chirchir Erastus (Atl. Futura Roma) 30’39″, 3° Paul Sugut (Libertas Orvieto) 30’47″, 4° Giammarco Buttazzo (Atl. Casone Noceto) 31’01″, 5° Alberto Montorio (Aeronautica) 32’35″. Poi 17° Matteo Raimondi (Atl. Palzola) 35’23″

DONNE: 1° Eunice Chebet (Atl. Futura) 35’08″, 2° Claudette Mukasakindi (Atl. Cole Val d’Elsa) 35’27″, 3° Hellen Jepgurgat (Rcf Roma) 35’49″, 4° Laila Soufyane (Esercito) 36’28″, 5° Giorgia Vasari (Rcf Roma) 37’34"